10 aprile 2008

Le elezioni.

Tra qualche giorni in Italia ci saranno le elezioni.

Il giorno delle elezioni è sempre stato un po’ speciale per me, sin da piccola.
Mi ricordo che si usciva la domenica mattina tutti insieme, si camminava fino alla nostra scuola elementare che mi sembrava così diversa senza bambini e con i banchi impilati sui corridoi. Mi ricordo che noi dovevamo aspettare fuori.

Poi tutto scorreva come in una domenica normale, fino alla sera.
Mi rivedo in soggiorno, con il mio papà e magari qualche amico di famiglia.
Ricordo un leggero stato di tensione nell’aria, la TV accesa e nessuno che ci diceva di andare a letto.
Mi ricordo come fosse ieri i numeri che apparivano sulla TV, una lista lunghissima di simboli e percentuali, pochissima grafica.
Mi ricordo che cominciavano i discorsi, le analisi, le dietrologie. Ognuno aveva una teoria su come sarebbe andata, perché, chi doveva essere soddisfatto e chi no. Ognuno poteva essere, quella sera, un esperto in materia.
Mi ricordo che facevo mille domande e mio papà mi spiegava con una gran pazienza tante cose sulla legge elettorale e come si dividevano i seggi in parlamento e le alleanze e lo scorporo.

Mi ricordo che non vincevamo mai. E allora io provavo a sommare tutte le percentuali dei partiti che non erano la DC e non capivo perché non potevano mettersi tutti insieme per batterla questa DC. Ero alle elementari e c’era ancora il pentapartito.

Alle elezioni comunali o provinciali era ancora più divertente perché ogni tanto si andava a seguire parte dei risultati in via Suffragio o al palazzo della Regione, e anche lí stavo come ipnotizzata davanti al maxischermo circondata da adulti che commentavano e discutevano. Mi sentivo grande!

Poi c’è stata tangentopoli, io sono cresciuta e i simboli e i numeri hanno cominciato ad assumere un po’ più di significato, senza perdere però il loro fascino.

La sera (o il pomeriggio) dei risultati è sempre rimasta un po’ magica. Di quasi tutte le elezioni saprei dire dov’ero e con chi, anche se i migliori ricordi sono quelli nel soggiorno di casa con i miei e qualche amico di famiglia invitato per l’occasione.

Lunedì mattina mi metterò la sveglia alle sei e di soppiatto accenderò il computer per vedere il primo exit poll, quello che magari non fornisce nessuna indicazione precisa, ma rompe la tensione nell’aria perché, finalmente, ci sono dei numeri su cui appoggiare le proprie discussioni. Poi farò una telefonata a casa per sentire cosa ne pensa il mio papà.

Ho già assoldato un gruppetto di italiani che, volenti o nolenti, saranno invitati a cena quella sera: a festeggiare, se sarà andata bene, a consolarci, se sarà andata male...e comunque a discutere, parlare, commentare...perché quella sera ognuno ha il diritto di essere l’esperto in materia e nessuno deve andare a letto presto.

4 commenti:

  1. Anonimo00:52

    temo che ci sarà poco da festeggiare...la sicumera di un certo individuo ultimamente mi ha fatto di nuovo fare pensieri di cui mi vergogno perché non sono degni di quella che sono. Fatto si è - come si dice in gergo avvocatizio - che comunque vada, sarà di nuovo un casino finché non si decideranno a mettere finalmente mano a questo scempio di legge elettorale. E' davvero desolante. E qui a Roma, di politucoli tronfi con le loro macchine blu e le sirene appoggiate sopra il tetto, non sai quanti se ne vedono, di uno schieramento e dell'altro.

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  2. Splendida descrizione di come vivere un momento davvero importante come il voto! Ci mancherete un pochino nei prossimi giorni...
    B.

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  3. Anonimo07:21

    Hai perfettamente descritto il clima che si vive in alcune famiglie italiane, come la mia, in cui si è cresciuti a pane e notizie, attualità, discussioni politiche. Ecco magari a casa mia quando ero piccolo non si parlava proprio nel dettaglio del D'Hondt, come da voi. Ci si limitava all'analisi strutturale: ecco perché siamo cresciuti, siamo crollati, il distacco con la classe operaia, la gioiosa macchina da guerra, l'abbandono del simbolo disegnato da Guttuso e cosi via. Oggi come oggi, resta veramente poco da dire.

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  4. Non avevo mai letto questo bellissimo post!! Anch'io ho un bellissimo ricordo di quella tensione che si sentiva nell'aria, quell'atmosfera diversa ... come di festa, l'attesa .. la speranza ... e da adulta spesso .. troppo spesso la delusione. :)
    Ciao Maeva

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